Avete pubblicato un form sul vostro sito. Dopo parecchie settimane e numerose visite registrate, i risultati stentano ad arrivare. Le persone semplicemente non compilano quel form.
Ecco qualche spunto di riflessione sui tipi di form più comuni sul web e come approcciarli nel modo giusto.
Compilare un form per un utente è un compito faticoso. Questo è vero per qualsiasi tipo di form, dal più classico modulo di carta alle corrispondenti versioni digitali. Se ci pensate bene sarà difficile trovare un ricordo di una compilazione di un form collegato ad una sensazione di gioia o entusiasmo. Se ne trovate uno fatecelo sapere compilando questo form!
Compilare un form richiede da parte dell’utente il superamento di due ostacoli mentali abbastanza importanti:
La decisione sul fatto di compilare un form o meno prende di solito pochi secondi. Basta un colpo d’occhio da parte di un utente per capire se il form vale la pena di essere compilato: è necessario quindi far intendere all’utente due cose fondamentali molto in fretta:
Le tipologie più comuni di form che è possibile trovare online oggi sono:
A seconda di quale sia il vostro caso sarà possibile modulare a vostro favore il rapporto tra impegno richiesto e valore offerto. Alcune semplici regole sono infatti applicabili a tutte e quattro queste categorie.
Ad esempio, nel caso di un form di iscrizione ad un servizio, come ad esempio un SaaS, sarà possibile ridurre al minimo le informazioni richieste. L’obiettivo sarà quello di mettere l’utente il prima possibile in condizione di provare il vostro prodotto. Se lo apprezzerà, sarà più disposto a fornire i suoi dati successivamente.
Nel caso di un form di contatti, l’obiettivo per voi sarà ottenere un recapito dell’utente e l’oggetto della domanda, al fine di avviare una conversazione che porti auspicabilmente alla vendita di un prodotto o servizio. In questo caso è preferibile lasciare all’utente la piena libertà d’azione, includendo nel form poco più che un campo dove poter scrivere il testo oggetto della richiesta. Incanalare l’utente nella scelta di una “tipologia della richiesta” tramite un menù non ha molto senso, a meno che questo non sia funzionale ad indirizzare la richiesta verso reparti diversi della vostra organizzazione.
Per gli acquisti online, la compilazione del form al momento dell’acquisto è uno dei freni maggiori alla conclusione della transazione. Un form o un flusso di compilazione dei dati “sbagliato” può fare la differenza tra voi e un vostro competitor. Non è un caso che questo tipo di form si quello sul quale negli anni siano stati fatti gli studi più approfonditi.
E’ molto comune in questo caso proporre la creazione di un account con la promessa di evitare la compilazione di un form per tutti i suoi acquisti successivi. Non sempre questa strategia può rivelarsi di successo: molti utenti saranno estremamente reticenti alla creazione di un account se questo è proposto come l’unico modo di fare un acquisto sul vostro sito. Ci sono altre soluzioni però: potrete collegare la compilazione del form alla sessione corrente, usando un cookie (debitamente segnalato) per identificare l’utente e riproporre gli stessi dati per acquisti successivi dallo stesso dispositivo, e proporre la creazione di un account dopo il primo acquisto.
L’importante in questo caso sarà evitare che l’invio del form possa essere associato alla conferma finale dell’oridne. Il momento migliore per inviare un form è nel momento in cui si mostra il riepilogo di quello che si sta comprando. Lì basterà un semplice pulsante. Se l’ordine non viene completato, avrete sempre registrato un form in precedenza che se non altro vi potrà fornire qualche dato demografico sugli utenti del vostro ecommerce.
I form di iscrizione alla newsletter stanno vivendo una nuova primavera grazie alla tendenza sempre più comune presso blog e siti di news di usare questo canale per il raggiungimento di propri utenti.
In questo caso le informazioni che vengono richieste all’utente sono minime, paragonabili a quelle per l’iscrizione ad un software online: nel migliore dei casi sarà solo l’indirizzo email, al massimo corredato da nome qualche altro dato demografico.
Non crediate però che sia un compito facile. In questo caso, sebbene lo sforzo per la compilazione del form sia minimo, esso va associato ad un altro tipo di “fatica” che l’utente intravede: dover fare i conti con la noia di vedersi recapitati nella sua casella di posta contenuti di scarsa utilità, troppo frequenti, troppo generici rispetto ai suoi interessi, e soprattutto il bisogno di andare incontro ad un processo di disiscrizione che potrebbe rivelarsi tutt’altro che amichevole.
L’incentivo all’iscrizione in questo caso è il valore dei vostri contenuti. Pubblicare un form di iscrizione in un popup appena l’utente arriva sul vostro sito non è il massimo: la cosa verrà percepita come un’estorsione, a meno che il vostro sito non goda già di una grandissima reputazione. E preferibile comunque rimandare il momento della proposta di iscrizione fino a quando l’utente non avrà avuto la possibilità di valutare la qualità dei vostri contenuti.
Potete farvi in casa il vostro form per consentire ai vostri utenti di iscriversi alla newsletter, oppure potrete avvalervi di servizi di terze parti. Lo stato dell’arte in questo campo è News@me, un servizio automatizzato per l’invio di newsletter targettizzate alla vostra audience. Il servizio si integra alla perfezione con il vostro sito, si prende carico dell’invio delle email ed offre ai vostri lettori un’interfaccia di gestione estremamente usabile, con la quale potranno decidere quali contenuti ricevere.
Quelle elencate finora sono le quattro categorie principali di web forms. Per ogni tipologia di form ci sono dei punti di forza su cui è necessario investire per massimizzare il risultato, ed errori da evitare accuratamente. Come visto non esiste una regola generale, ed anche all’interno di una stessa categoria le variabili possono essere molteplici. Anche la più piccola sfumatura può incidere nella conversione.
Se siete alla ricerca della conversione perfetta, il consiglio migliore è quello di trovare dei partner che possano analizzare le particolarità del vostro caso e proporre una soluzione mirata ai bisogni della vostra azienda.