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Partiamo da questo punto: parlare di link building e relazioni umane non è un sacrilegio. Chi lavora in questo settore sa bene che l’argomento è spinoso, alquanto delicato. Perché il buon posizionamento SEO riguarda l’ottimizzazione on-page. Ma anche e soprattutto (in alcuni casi) il lavoro off-page. Vale a dire l’acquisizione di collegamenti virtuosi e menzioni utili.
Molti sostengono la necessità di lavorare attraverso i canali a pagamento, ma sai bene qual è la posizione di Google: i link non devono essere acquistati o venduti. Altrimenti rischi la penalizzazione, senza dimenticare che il motore di ricerca ha già l’occhio lungo di Penguin. Vale a dire un aggiornamento dell’algoritmo che ha imposto controlli serrati su questo tema.
E allora, come muoversi? Ecco che la sintesi tra link building e relazioni umane diventa una strada papabile. Anzi, in qualche caso è la via maestra per raggiungere quel famoso collegamento ipertestuale che può fare la differenza. E può portare grandi vantaggi alla tua attività di ottimizzazione SEO. Ma in che modo avviene tutto questo? Scopriamolo insieme.
Senza questo passaggio non si procede. Se vuoi creare delle relazioni virtuose con il pubblico per poi lavorare sul concetto di link building devi capire cosa cercano le persone che ti riguardano.
Prendo come esempio il campo dei commercialisti. Potresti pensare alla creazione di un modello di fatturazione per liberi professionisti e puntare sul concetto di link earning. Vale a dire conquistare link attraverso i contenuti di qualità, ed è un punto che affronterò a breve.
Ma se prima non ho studiato le esigenze del pubblico non posso lavorare su questo step. Allora vado nei principali forum di settore o sui blog dedicati al lavoro freelance per toccare con mano le esigenze dei liberi professionisti. Cerco di capire cosa vogliono e creo un modello di fattura che farò scaricare dal mio blog. Ma a questo punto credo che sia giusto passare al prossimo paragrafo.
Da leggere: cosa fa un SEO specialist?
Le buone relazioni con i blogger possono aiutarti nel percorso, però prima di iniziare la tua strategia di link building devi creare qualcosa che possa dare sostanza al processo finale.
Detto in altre parole, cosa devono linkare le persone che hai individuato? Allora, prima di muovere i primi passi devi ottenere il contenuto da mettere sul piatto dello scambio.
Devi avere un dono a disposizione, e chi conosce un minimo di antropologia sa che Marcell Mauss ha messo per iscritto tutto questo. Nel saggio sul dono, infatti, l’etnografo suggerisce un punto essenziale: non esiste un gesto gratuito, ciò che viene regalato esige una contropartita. Questo vale, almeno in parte, su internet. Se regali qualcosa puoi chiedere un bene in cambio.
Puoi regalare le tue competenze nei post e ottieni visite che possono trasformarsi in lead. Ora, però, confeziona qualcosa di più importante. Ad esempio un ebook dedicato a chi muove i primi passi nel mondo della SEO. Una guida base, ecco. La regali senza problemi, a costo zero.
Non chiedi neanche l’email per il download. Però a questo punto devi trovare delle persone che potrebbero essere interessate. Ci arriviamo tra un attimo, non temere.
Ciò che devi focalizzare in questa circostanza è la necessità di lavorare sul content marketing. L’ebook è solo un esempio, alla base di tutto c’è l’analisi del pubblico per poi giungere a un prodotto: form da usare in un contesto lavorativo (tipo un modulo in PDF o un file Excel), dati esclusivi, immagini gratis e altro ancora. Tutto ciò che serve può essere donato.
Ora, ho creato un buon contenuto ma devo organizzare un lavoro di blogger outreach e digital PR. Vale a dire: individuo le persone che mi interessano e le contatto con un’email.
Il primo step è quello più tecnico e per metterlo in pratica ho bisogno di strumenti raffinati. O almeno se voglio puntare in alto. Io di prendo in considerazione 2 strumenti importanti:
Questi SEO tool consentono di analizzare i competitor e di scoprire le caratteristiche dei blog che affrontano un determinato argomento. Ad esempio puoi capire se il traffico è interessante, o in discesa netta e quindi il sito potrebbe essere vittima di una penalizzazione.
Puoi evidenziare per quali keyword si posizionano, quanti link hanno e di che natura, se investono o meno in AdWords. Una buona analisi ti dà la possibilità di scoprire e contattare le persone giuste. Che devono essere sempre valutate rispetto agli obiettivi che vuoi raggiungere.
Il mio consiglio? Evita i pesci troppo grossi. Sono quelli che non ti danno un link neanche a pagarlo. Oppure hanno un tariffario ben chiaro e devi sborsare per essere linkato. Giusto? Sbagliato? Io mi limito a citare le parole di Google, e tanto mi basta per prendere una decisione:
Qualsiasi link mirato a manipolare il PageRank o il posizionamento di un sito nei risultati di ricerca di Google può essere considerato parte di uno schema di link e costituisce una violazione delle Istruzioni per i webmaster di Google. Ciò include qualsiasi comportamento che manipoli i link al tuo sito o i link in uscita dal tuo sito.
Schemi di Link, Google.
Questa è la parte più delicata. Hai creato il tuo contenuto e hai individuato i blogger adatti al tuo scopo: hai una lista precisa con valori e numeri, c’è l’email da usare per contattare l’autore.
Ma cosa devi fare? Inviare un’email nella quale ti presenti, sottolinei il fatto che hai un contenuto che potrebbe essere utile e, se vuole, può pensare di arricchire ciò che fa con la tua opera. Pensa al modello di fatturazione. Hai creato il tuo contenuto e hai individuato 10 blog.
Blog dedicati a chi lavora come freelance. Contatti gli autori: a 4 proponi di inserire un link nella lista di risorse gratis per freelance e 3 accettano. Altri 5 ti propongono di scrivere dei guest post, 1 non risponde e l’altro aggiunge il link di sua spontanea volontà a un post già pubblicato. Fantasia? Follia? Beh, è un quadro ipotetico ma 4 sono i fattori che influenzano tutto ciò.
Link building e relazioni: credi che tutto sia legato solo ai contenuti utili? Questo è il primo passo, così come il secondo è la capacità di rivolgerti al giusto pubblico. Ma devi accorciare le distanze con chi si trova dall’altro lato dello schermo altrimenti sarà difficile operare.
Tutto finito, link acquisito. Ora puoi dimenticare la persona che ti ha aiutato a raggiungere il risultato? No, non è questo il metodo di lavoro indicato dall’inbound marketing.
L’idea è un’altra: devi fare in modo che ci sia sempre un legame con le persone, devi alimentare il pubblico ed essere ben disposto. Magari contattando in casi di aggiornamenti, o invitando le persone che ti hanno assistito a un evento in forma gratuita. Insomma, devi deliziare chi è rimasto in contatto con te. Non devi far finta, devi essere ben disposto a creare dei contatti.
Mi chiedi perché puntare sulle relazioni umane quando lavori con la link building? Certo, non tutto ruota intorno a questo punto. Ma se crei il miglior contenuto di questo mondo e la digital PR la fai inviando email spersonalizzate, tutte uguali e senz’anima… Quante probabilità hai di ottenere risposte positive? Te lo dico io: poche. Pochissime.
Da leggere: come ottenere link da WikiPedia
Lo so, non è sempre così. A volte per fare una buona attività di link building devi essere preciso e diretto, non puoi dedicarti alla community. Però io parto da un presupposto: sono le persone a modificare il codice HTML delle pagine web, e se riesci a coltivare l’interesse dei blogger o dei webmaster puoi raccogliere buoni frutti. Senza pagare, sfruttando contenuti e digital PR.
Sei d’accordo con quest’approccio? Secondo te è possibile avere risultati considerevoli in questi casi? Ti aspetto nei commenti per affrontare insieme a te questo argomento così delicato.